Movieday, un altro volto del cinema: tra digitalizzazione e impatto sociale

Immagine startup
Giugno 2022

“La tecnologia digitale è qualcosa di bellissimo e indispensabile, ma solo se è in grado di generare un impatto positivo sulla realtà fisica delle cose, in modo da rendere migliore la nostra società, sostenibile e con maggior potere di aggregazione”.

 

Qual è il valore aggiunto che la tecnologia può offrire al mondo del cinema?

Scopriamolo insieme ad Antonello Centomani, l’ideatore di Movieday, la piattaforma nata dal binomio tecnologia e valore sociale in ambito cinematografico.

 

Tutto nasce da una passione e da una “sconfitta”…

“Il cinema e l’innovazione sono le mie passioni, da sempre. Durante l’università in lettere, a Napoli, per caso o per destino, mi sono ritrovato a gestire una sala d’essai per qualche anno a partire dal 2003.

Fare il curatore cinematografico a soli 23 anni è stato davvero un privilegio senza pari” – inizia a raccontare Antonello.

“Non facevo più parte del pubblico, mi resi subito conto che il mio desiderio di cinema era improvvisamente sostituito da quello degli altri, e dovevo capire il modo di soddisfarlo al meglio. Non mi bastava fare ciò che dovevo. Dovevo innovare ciò che facevo, introducendo nuove soluzioni".

Così, nel 2005, Antonello lancia la sua mia prima impresa innovativa (l’ecosistema startup ancora non c’era in Italia): un’app per lanciare automaticamente i sottotitoli durante la proiezione di un film in sala.

Si trattava di una soluzione che non era stata ancora inventata e realizzata, o meglio, c’era chi ci stava provando ma senza successo, per un semplice motivo: il software avrebbe dovuto appoggiarsi ad una tecnologia di riconoscimento audio che, all’epoca, stava per nascere ma era ancora sconosciuta in Italia.

“Ci ho messo quattro anni per terminare lo sviluppo del software, commettendo tutti gli errori possibili e immaginabili, una sofferenza che però ricordo sempre con gran piacere”.

È stato il passaggio dalla pellicola ai supporti digitali, nel 2010, a far sfumare la messa sul mercato del software ideato da Antonello.

“È stato il mio primo, bellissimo fallimento, e mi fatto crescere e acquisire conoscenze preziose per il progetto successivo. Infatti, da quel fallimento e dagli errori commessi è nata un’altra storia, quella di Movieday”.

 

Com’è nata l’idea di Movieday?

“L’esperienza del cinema dal vivo risponde al semplice, primario, bisogno di incontrarsi e condividere storie che vissute individualmente non avrebbero lo stesso impatto” – è così che Antonello percepisce il cinema.

Da questo presupposto nasce l’idea di creare Movieday, la prima piattaforma al mondo per la filiera distributiva dei film nelle sale cinematografiche.

Un processo di trasformazione digitale per innovare e rilanciare un settore in forte stallo e arretratezza da decenni, in modo da rendere competitiva l’esperienza del cinema dal vivo rispetto all’intrattenimento domestico che, soprattutto negli ultimi anni, ha acquisito un ruolo sempre più centrale, entrando a far parte della quotidianità di tutti noi.

“Un dato non preoccupante se si pensa che il consumo di cinema in sala resta comunque la forma di intrattenimento live più alta di tutte le altre (musica, sport, ecc…); si tratta però del sintomo di una forte mancanza, cioè di un processo di trasformazione digitale” – spiega Antonello.

 

Qual è stata la risposta da parte dei cinema alla proposta di Movieday? E quella del pubblico?

“Ci sono autori e produttori di film che realizzano circa 50.000 lungometraggi all’anno, di cui il 99% non accede alla distribuzione e quindi alle sale, perché sono oggettivamente troppi per poter essere gestiti dai pochi distributori locali esistenti.

I cinema si ritrovano quindi con pochi film e sale vuote, per l’esattezza ben l’80% dei posti inoccupati solo nella fascia serale, per un totale di 400 milioni di biglietti invenduti del valore di 2,6 miliardi di euro ogni anno solo in Italia (dati 2019)”.

È per questo motivo che la risposta da parte dei cinema è stata a dir poco entusiasta, con una costante richiesta di film e nuove proposte per riempire quei tanti posti vuoti, con nuovo pubblico, in parte, diverso da quello interessato ai film della programmazione della grande distribuzione cinematografica.

“Riscontro positivo lo abbiamo ricevuto anche dal pubblico, che apprezza il fatto di avere a disposizione una proposta di film più ampia, che risponde ad un’infinita varietà di tematiche. Non solo intrattenimento, quindi, ma anche tematiche ad alto impatto sociale” – aggiunge Antonello.

 

Qual è il valore aggiunto della vostra piattaforma?

“Movieday dimostra che si può unire un alto potenziale commerciale ad un alto impatto socio-culturale, come possiamo vedere dai nostri Sustainable Development Goals (SDGs) e dalle nostre metriche di impatto sociale”.

La piattaforma, infatti, è fortemente ispirata agli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

In particolare, si propone di: digitalizzare la filiera distributiva del cinema, rendere sostenibili le sale cinematografiche, promuovere l’accesso dei film indipendenti nei cinema, promuovere la diversificazione culturale e l’inclusione sociale tramite il potere di aggregazione del cinema e, infine, aumentare l’occupazione e le competenze con nuove figure professionali.

 

Un po’ di dati…

Grazie a Movieday sono stati proiettati 953 film ad impatto sociale, pari al 60% delle proiezioni a livello nazionale. Sono state circa 2.000 le associazioni coinvolte durante le proiezioni, con una media di 110 spettatori per film ad impatto sociale proiettato.

Si è inoltre assistito ad un aumento pari al 40% del nuovo pubblico, portato in sala grazie ai film proposti da Movieday.

 

Prima e dopo la pandemia: com’è cambiato il modo di vivere e percepire il cinema?  Cosa ha rappresentato per la vostra startup l’ultimo biennio?

“La pandemia ha colpito tutti i settori “in presenza”, ma il crescente utilizzo di tecnologie digitali in risposta alle criticità imposte dalla pandemia sta offrendo ed offrirà opportunità di sviluppo e sarà determinante nel guidare la ripresa e successivamente la crescita del mercato cinematografico” – commenta Antonello.

Oggi più che mai, dunque, è fondamentale agire “out of the box” muovendosi verso la digitalizzazione della filiera per cogliere le opportunità di ripresa di un mercato indispensabile per l’industry e per la cultura in generale.

“Per questo, grazie al primo seed round di investimento raccolto nel 2019, insieme a tanti altri premi per startup che abbiamo vinto negli ultimi due anni, abbiamo potuto dedicare molto del tempo di blocco forzato alla progettazione e allo sviluppo della nuova piattaforma, per realizzare il primo Marketplace della distribuzione di film al cinema per il mercato di massa, in modo da rispondere a tutte le necessità e richieste del mercato” – racconta Antonello – “Abbiamo avuto il tempo per dedicarci ad un nuovo ed importante progetto, trovando il modo di reagire nonostante il difficile momento”.

 

Cosa diresti per convincere i giovani, in particolare, a scegliere il cinema piuttosto che le piattaforme di streaming?

“Non c’è bisogno di convincere le persone per soddisfare dei bisogni fondamentali come incontrarsi e condividere storie, basta solo offrirgli gli strumenti adeguati per farlo” – conclude Antonello.

 

Scopri il progetto di Movieday!