Sikka

09 Novembre 2020
Parete divisoria modificabile dall' utente, realizzata con una stampante 3D su materiali tessili

CONNECTING MINDS, CREATING THE FUTURE

In linea con il tema di Expo Dubai 2020, il progetto Sikka è il risultato di una collaborazione tra giovani designer, provenienti da tre continenti diversi, che hanno studiato e lavorato in Lombardia e negli EAU. La connessione e la condivisione di culture, saperi e tecnologie ha portato alla realizzazione di un progetto innovativo, che si inserisce all’interno del più ampio panorama dell’industry 4.0.

INNOVATIVITÀ DEL CONCEPT E DEL PROCESSO DI PROTOTIPAZIONE Il progetto utilizza dei materiali tessili dell’artigianato tradizionale per la creazione di elementi 3d attraverso un processo “non-tradizionale”.

Il settore del tessile, infatti, rappresenta un’eccellenza lombarda sin dal XIV Secolo, ha guidato la rivoluzione industriale a partire dal XVIII Secolo e ha trainato l’economia e le esportazioni della regione durante gli anni del miracolo economico. Il nostro team, composto da 5 progettisti e una “bottega 4.0”, vuole portare un’innovazione nel settore, in particolare introducendo e applicando nuove tecnologie ai processi di disegno e di fabbricazione dei prodotti. Il processo di prototipazione che il nostro team ha messo a punto prevede la stampa 3d con materiale termoplastico (PLA) su un tessuto preteso, attraverso il quale da un disegno 2d è possibile ottenere forme 3d. Così, si introduce una novità fondamentale: la possibilità di riprodurre infinite forme complesse e ad elevate prestazioni, come avviene in natura, contenendo i costi, la manodopera, il tempo necessario per la realizzazione e senza la necessità di utilizzare stampi o casseforme.

La soluzione che abbiamo elaborato risiede in un ardito abbinamento tra la superficie morbida e continua dei tessuti e il modello preciso e a variabili infinite generato dalla fabbricazione digitale. Questo metodo permette al disegnatore di eliminare tutti i processi che intercorrono tra l’ideazione e la produzione, riavvicinando il progettista al prodotto finito, che diventa emanazione materica della sua mente, connessa direttamente con la stampante 3D e tradotta in un linguaggio parametrico.

Grazie alla rete si azzerano inoltre i costi e i tempi di trasporto: strutture progettate in Italia possono essere stampate pochi secondi dopo a Dubai, e viceversa. Nasce così la figura di un “artigiano 4.0” che si prende cura del prodotto dall’idea alla realizzazione.

CONNECTING SPACES AND PEOPLE La soluzione progettuale, risultato di questo processo di fabbricazione, è una parete che anziché dividere connette spazi e persone, anche fisicamente. Interagendo manualmente con i moduli di cui è costituita la parete, grazie a un’azione di “pop-in / pop-out” che deriva dalle proprietà fisiche della superficie tessile, l’utente può modificare direttamente la configurazione e forma della parete. In questo modo, per la diversa profondità e posizione reciproca degli elementi, si creano effetti visivi e spaziali che continuano ad essere modificati nel tempo.

La fabbricazione del progetto implica l'utilizzo di almeno due materiali tecnici, che devono legarsi tra loro e interagire strutturalmente. Questi due materiali possono essere classificati come superficie e struttura.

La velocità di fabbricazione è una delle caratteristiche principali del progetto. L'input di progettazione del prototipo è un modello 2D di nervature in materiale plastico, che vengono stampate da entrambi i lati dello strato di tessuto, bloccando le fibre nella loro posizione distesa. Quando il tessuto viene rilasciato dal telaio che lo mantiene in tensione per tutto il processo, le aree stampate rimangono allungate, resistendo sia alla compressione che alla flessione. Al contrario, le aree non stampate del tessuto tendono a contrarsi, causando la distorsione dell’elemento piano. Dalla progettazione alla realizzazione l’intero processo può essere controllato da un unico operatore, il tutto in poco tempo (in funzione, essenzialmente, della velocità della stampante 3D).

------------------------------- INTERVISTA ALL’ARCH. TIM AUSTIN

Q1: Come nasce la tua opera/installazione? TA: Il progetto Sikka fa parte di un percorso di ricerca iniziato a Milano presso l’Alta Scuola Politecnica, dove abbiamo sperimentato con tessuti architettonici e stampa 4D. Abbiamo pensato a un processo di manifattura completamente nuovo e abbiamo provato a oltrepassare i limiti esistenti. In questo senso, il progetto Sikka è nato proprio come una sfida a noi stessi.

Q2: Perché hai utilizzato proprio questo materiale? TA: La superficie del padiglione Sikka è composta da un tessuto elasticizzato e un pattern di plastica stampata. La cosa interessante di questo materiale ibrido è che inizialmente è tutto piatto – un assemblaggio semplice ed economico. Poi, grazie alla tensione del tessuto e alla rigidità della plastica, assume una forma complessa e tre-dimensionale. Si può customizzare il risultato a partire dal pattern 2D. Perciò usiamo spesso l’espressione “Materiale Programmabile” che referisce a tutto un nuovo settore, reso possibile dalla fabbricazione digitale.

Q3: Come mai sei arrivato a scegliere questa soluzione estetica? TA: Soluzione estetica? … Direi che l’estetica non è una soluzione in sé. È solo un contenitore per le idee che vogliamo mettere in mostra. Sicuramente la vela ha un significato qui in Italia, dove l’architettura ha origine nella manifattura marittima. Per noi, la vela è anche un simbolo dello scambio culturale oltreoceano. L’Italia è stata sempre il crocevia di diverse culture. Penso subito al nostro gruppo che ha una varietà di background e provenienze; è un bel esempio della internazionalità del Design Italiano.

Q4: Che sviluppo futuro vedi per la tua opera/installazione? TA: Siamo solo all’inizio del nostro percorso. Grazie alla Regione Lombardia abbiamo ancora delle opportunità di condividere le nostre idee col mondo – qui a Milano e anche a Dubai. In questo periodo, stiamo cercando nuovi partner e nuove sinergie per portare avanti la ricerca e trovare applicazioni innovative che rispondono alle esigenze del mondo reale.