Deliveristo
Dopo la digitalizzazione della food delivery del segmento B2C (dal ristoratore al consumatore finale), che è oramai in fase di consolidazione, in diversi Paesi recentemente (negli ultimi 3 anni) si sta verificando un livello di concentrazione degli investimenti simile, ma focalizzato ora a monte nella catena del valore, corrispondente alla digitalizzazione della food delivery del segmento B2B, relativo alla fornitura di operatori Ho.Re.Ca. (Hotel, Restaurant, Cafè/Catering).
Esempi virtuosi recenti: Gocheetah.com in USA (31.7M$ raccolti – fonte: “Crunchbase”), Grubmarket in USA (89.1M$ raccolti – fonte: “Crunchbase”), Procsea in Francia (3.7M$ raccolti – fonte: “Crunchbase”), Ninjacart in India (139.5M$ raccolti– fonte: “Crunchbase”), Meicai in Cina (792.6M$ raccolti– fonte: “Crunchbase”).
In Italia non esiste ancora un player di riferimento significativo e Deliveristo ha come missione quella di coprire questa significativa opportunità di mercato. Startup innovativa fondata a luglio 2017 e attiva sul mercato a partire da settembre 2018, Deliveristo ha appunto l’obiettivo di innovare l’attuale approvvigionamento delle forniture di chef e ristoratori grazie ad un marketplace digitale che li pone in contatto diretto con i produttori in maniera facile, veloce e senza nessun intermediario. La spesa relativa all’approvvigionamento di food dei ristoratori italiani rappresenta un mercato da 7 miliardi di euro (fonte “C.S. Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercenti – Ismea”) e circa 50 miliardi se riportato a livello europeo.
Ad oggi, il 30,4% di questa spesa è già rappresentata da acquisti diretti da agricoltori o da piccoli produttori. La restante ripartizione dei canali di approvvigionamento è suddivisa tra: 8,8% mercati generali, 29,2% grossisti tradizionali, 12,3% Cash&Carry, 1,9% industria, 6,5% negozi al dettaglio tradizionali, 1,5% negozi al dettaglio moderni, 2,.2% mercati rionali, 1,8% gruppi di acquisto, 5% autoproduzione. Deliveristo, grazie al suo servizio, sta lavorando alla digitalizzazione del 30,4% di questo mercato rappresentato da acquisti diretti da agricoltori e piccoli produttori (i sopracitati 7 miliardi di euro), già abituato all’acquisto diretto, donandogli uno strumento più facile e veloce, ma con l’obiettivo a tendere di aggredire anche la restante parte rappresentata da intermediari, accorciando così la filiera agroalimentare